Trento, 3 agosto 2004
BOATO: «NELLA MAGGIORANZA SERVE UN CHIARIMENTO»
Intervista a Marco Boato
del Corriere del Trentino di martedì 3 agosto 2004
È un quadro a luci e ombre quello che Marco Boato, deputato e segretario politico provinciale dei Verdi, traccia sui primi nove mesi di legislatura. Il neo più grande: il dialogo all’interno della maggioranza. Anche se il deputato respinge l’ipotesi di una verifica politica: «Non userei toni ultimativi e ricattatori. Ciò non toglie che un chiarimento è sicuramente auspicabile».
Onorevole Boato, questi primi nove mesi di legislatura hanno fatto registrare qualche fibrillazione di troppo. Qual’è la sua valutazione?
«Partiamo da un punto: la nuova riforma elettorale necessita di una fase di rodaggio ma ha sicuramente migliorato il quadro politico trentino. Siamo transitati da un sistema parlamentare ad una forma di governo presidenziale che ha consentito il superamento dell’immobilismo degli ultimi anni. Certo, quest’innovazione è stata forse interpretata in modo troppo rigido. Al presidente Dellai ho fatto più volte presente che il nuovo sistema non cancella la collegialità della politica. C’è stato uno squilibrio nell’assegnazione delle deleghe che riterrei opportuno correggere».
Sono cambiati anche i rapporti fra maggioranza e opposizione.
«Questo è l’altro aspetto della riforma. Il ruolo del legislativo è stato rafforzato. È per questo che non vedo inciuci fra Margherita e Forza Italia. Dobbiamo abituarci al dialogo costruttivo soprattutto in tema di regole. L’ipercentrismo della Margherita è una lettura provinciale e miope».
Qualcuno vi accusa di tenere un atteggiamento contraddittorio: siete spesso critici verso l’azione di governo ma restate sempre al vostro posto. Cosa risponde?
«Questo è lo stile che abbiamo sempre avuto. Non troviamo sensato minacciare crisi o avanzare ricatti. E non intendiamo abbandonare questa giunta. Ma il contrasto c’è stato e ci sarà anche in futuro».
Cos’è mancato negli ultimi mesi?
«Sono stati condizionati da due eventi. Alle elezioni comunali di maggio la Casa dei Trentini non ha retto alla prima prova sul territorio. Il Patt è mancato di responsabilità a Lavis e Ala mentre a Mori ha dato vita ad un ribaltone indecente. Un fatto di una gravità enorme. E poi la Margherita non si è fatta carico del suo ruolo sottovalutando la collegialità delle scelte. Alle prossime amministrative si deve cambiare registro perché una sconfitta può avere ripercussioni a livello provinciale. E il discorso lo legherei alle Politiche».
Bondi ha chiesto una verifica e minacciato l’uscita dall’esecutivo in casi di «sì» alla Valdastico. D’accordo?
«Verifica è un termine che aborro. Sicuramente serve un confronto. Queste tensioni sono il risultato delle dinamiche precongressuali interne ai Ds. Ma anche alla Margherita dove il conflitto è latente. Sulla Pirubi mi fa piacere che nella Quercia sia riemersa una posizione rigorosa. È un’opera che non si farà e credo che anche la Civica lo abbia capito».
A Trento con Pacher?
«Non presenteremo candidature alternative. Ciò non toglie che nei nostri confronti è stato scorretto e la ferita è ancora aperta. È paradossale che abbiamo avuto problemi con il primo sindaco Ds e non nei 10 anni democristiani di Dellai».
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